“Gita di famiglia. Viaggio alla Montagna Cuore di Bue “- Patrizia Galli Zhang

“Gita di famiglia. Viaggio alla Montagna Cuore di Bue “- Patrizia Galli Zhang

copertina del libro gita di famiglia
Patrizia Galli Zhang racconta una microstoria che porta con sé tutto il respiro della Cina. Parla di un viaggio di tre giorni, fatto insieme al marito Dali e alle figlie, cresciute un po’ a Bologna, la sua città d’origine, un po’ in Cina, la terra in cui si è sposata, per andare con tutta la famiglia a porre una lapide sulla tomba del nonno, al Villaggio della Montagna Cuore di Bue. Una storia senza una struttura forte, sembrerebbe. Ma ogni gesto, ogni nome, assume in questo libro un forte spessore simbolico. Si entra in punta di piedi in un mondo dove i nomi contengono l’essenza della persona, annunciano forza, coraggio, dolcezza. Un mondo in cui le terre dei vivi e dei morti sono legate dal culto degli antenati e dove le tombe sono modelli in miniatura dell’ordine dell’universo. Su tutto regna lo jiang jiu, la regola precisa e tradizionale che produce una scrupolosa ritualità, nel rivolgersi ai familiari secondo una determinata gerarchia, nel disporsi a tavola,
nel bere e nel mangiare. Nonostante la frenesia delle moderne città, la cultura cinese non perde la visione profonda delle cose, filtra la realtà facendo di ogni gesto arte. Patrizia Galli Zhang osserva partecipe oltre i veli dell’occidentale e sente che in questo viaggio passato e presente risultano intrecciati da mille fili. La microstoria della famiglia appare come solo uno di questi fili che, aggrovigliati, fanno la Storia di questa nazione multietnica, multiculturale, complessa e straordinaria.
In post-fazione è pubblicato il bel “Discorso su Gita di famiglia” di Judith T. Zeitlin, docente di letteratura cinese all’Università di Chicago, che conduce a ridefinire i significati più profondi.
“Frammenti di un percorso economico”- Francesco Maggio

“Frammenti di un percorso economico”- Francesco Maggio

copertina del libro frammenti di un percorso economico
Il discorso economico vive oggi un’estrema solitudine,
sostiene Francesco Maggio. Ciò che Roland Barthes scriveva a proposito del discorso amoroso vale anche per quello economico:
è parlato da tanti ma sostenuto da nessuno.
Poggia su basi concettuali molto labili: teorie economiche, dominanti nel dibattito pubblico ma avulse dalla realtà, pretendono di ingabbiare l’agire umano in rigidi comportamenti deterministici.
Schiere di economisti sembrano preferire da tempo torri d’avorio, evitando di contaminarsi con altri saperi, soprattutto con quelli di natura umanistica, presunti depositari di conoscenze assunte come scientifiche. Invece, l’economia ha una pretesa infondata di scientificità, mentre invece rivela di essere autentica come disciplina che si invera mescolandosi ad altre discipline. Se l’economia vuole essere davvero utile alla società per aiutarla a diventare più equa, solidale, civile, bisogna che si estendano le sue frontiere conoscitive alla ricerca di una connessione non solo culturale ma anche sentimentale con la realtà. Proprio come si propone di fare questo libro attraverso una sorta di nuovo alfabeto economico che, con un paziente lavoro di ricomposizione di situazioni, idee, dinamiche, persone, valori, mira a rimettere al centro dell’economia le persone in carne ed ossa.
“Il naso grifano di Dante” – Giuliana Poli

“Il naso grifano di Dante” – Giuliana Poli

copertina del libro il naso grifano di dante
Il saggio di Giuliana Poli è un piccolo racconto sapienziale per insegnarci a leggere «oltre il velame dei versi oscuri». È il frutto prolungato di una ricercatrice di luce, Giuliana Poli, che in questo suo ultimo libro scruta con occhio indagatore Dante, la città di Foligno e il suo bel Palazzo Trinci, dimora storica della più antica e importante famiglia nobiliare locale. Lo fa mettendo in gioco tutte le scintille di conoscenza a sua disposizione per fare ingresso nell’antro misterioso dei simboli danteschi e, prima ancora, dei segreti della conoscenza templare e dei “Fedeli d’Amore”.  Poli inizia indagando il naso adunco di Dante Alighieri simile a quello di Giulio Cesare, richiamando a sé versi oscuri, evocando i fantasmi di eroi mitici, di divinità orientali, enigmi esoterici. Tra tutti spicca l’immobile scultura di Gino De Dominicis, la Calamita Cosmica, nella ex Chiesa di SS. Trinità in Annunziata a Foligno, la più apocalittica delle opere dell’artista, un’installazione che genera l’ansia di eternità, racchiusa com’è nel suo nocciolo del mistero dell’esser brutto.Questo volumetto è una sorta di guida spirituale, un breviario per viaggiare nelle penombre della coscienza, ripercorrendo quel file rouge segreto che si tramanda fin dalla notte dei tempi.
“Lo Sferisterio a Macerata e l’avventura dei Cento Consorti” – Lucia Tancredi

“Lo Sferisterio a Macerata e l’avventura dei Cento Consorti” – Lucia Tancredi

copertina del libro lo sferisterio a macerata
Duecento anni fa, nella bella provincia italiana, a Macerata quasi cento cittadini decisero la grande impresa:  costruire lo sferisterio più bello d’Italia. Non solo un luogo destinato al gioco della palla a bracciale, ma un tempio laico dove esercitare una cittadinanza attiva. I Cento Consorti, molti dei quali erano progressisti, liberali e carbonari, rappresentavano un Ottocento generoso, pieno di grandi passioni, ideali e spirito di gruppo. Il genio dell’architetto Ireneo Aleandri, allora solo ventottenne, realizzava il monumento secondo l’estetica neoclassica, nella persuasione che la bellezza potesse salvare il mondo da violenza e ignoranza.  Lucia Tancredi ci conduce in un meraviglioso viaggio con rigore storico e leggerezza narrativa.
Il risultato è una microstoria appassionante che attraversa due secoli della storia d’Italia. Un racconto  estremamente attuale, esempio universale di una civiltà progressista di cui fare memoria per rinnovare lo spirito d’impresa e la passione civica.
“Gargano negli occhi. Racconti di viaggio”- Lucia Tancredi

“Gargano negli occhi. Racconti di viaggio”- Lucia Tancredi

copertina del libro gargano negli occhi
È lo spaesamento di venti racconti dedicati ad una terra d’eccezione, il Gargano,« l’isola flottante verde e viola in mezzo ad una terra brada». L’isola-montagna del Gargano è la memoria viva di luoghi, personaggi, misteri e realtà evocati attraverso la narrazione in cui il viaggio, più che circoscrivere un percorso, intercetta le misteriose geometrie del destino. Ai paesi che lambiscono la costa si aggiungono quelli dell’interno, scanditi dalle antiche rotte dei pellegrini alla volta della Grotta dell’Arcangelo Michele. La Foresta Umbra è raccontata alla stregua di un paese, con la sua urbanistica viva e verde.
San Severo è il porto di quel grande mare di terra che è la Daunia,
con cui il Gargano condivide l’araldica e il mito. 
La seconda edizione si fregia della bellissima postfazione di Antonio Motta, guida e mentore di questo viaggio. Il testo, Gargano negli occhi: pensieri di un flâneur, apparso in «Nuova Antologia», è un gioco di specchi suggestivo, affettuosamente ironico, con cui due generazioni si accompagnano in un viaggio che è un itinerario dell’anima.  Un libro di racconti non per il turista, ma per il viaggiatore alla ricerca del genius loci, desideroso di trovare l’affezione a luoghi a cui tornerà sempre. 
“Twilight. Filosofia della vulnerabilità ” – Monia Andreani

“Twilight. Filosofia della vulnerabilità ” – Monia Andreani

copertina del libro twilight filosofia della vulnerabilità
La saga di Twilight ha venduto oltre 120 milioni di libri.  Perché ha appassionato così tanti lettori in ogni parte del mondo?  Perché Twilight parla del nostro tempo, delle nuove generazioni e della nostra comune vulnerabilità.  In Twilight si viaggia dentro una metafora della crisi. Al centro del conflitto tra vita e morte, messo in campo da vampiri, licantropi ed esseri umani, è possibile ritrovare il senso di una vulnerabilità comune su cui riflettere per rilanciare le sfide etiche della responsabilità e dell’amore senza possesso, in cui maschile e femminile possano tracciare inediti legami.  Filosofia della vulnerabilità è una riflessione filosofica attraverso i personaggi della saga di Twilight, guidata da un pensiero: riconoscere la comune vulnerabilità significa costruire nuove relazioni di cura e di comunità.  Monia Andreani ha scelto di leggere e analizzare questi temi affrontando la versione più attuale di una figura dell’immaginario moderno come quella del vampiro che, dall’essere il simbolo del male e la rappresentazione della violenza fredda, si trasfigura fino a mostrarci i segni di un soggetto segnato dalla perdita e dalla sofferenza, pur rimanendo immortale. Chi ha letto, visto e amato questa storia ha assorbito il messaggio che ne proviene, fortemente improntato sulla consapevolezza della solitudine superabile solo nell’aggregarsi insieme tra diversi, della vulnerabilità in quanto condizione determinante, dell’etica della cura come sostegno morale al vivere in comune.  Da dove, se non dalla preoccupazione per la comune vulnerabilità umana, potrebbe emergere un principio in base al quale ci impegniamo a proteggere gli altri dalle stesse sofferenze che abbiamo patito? (Judith Butler)