“ Antonio Gramsci conobbe Giulia a Serebriani Bor, che in russo significa Bosco d’Argento. Era questo un sanatorio alla periferia di Mosca. Antonio vi giunse nel 1922, in una primavera russa senza sole.” Si può rimanere indenni e fedeli a se stesse quando ci si innamora di qualcuno che è parte della Storia? Una giovane donna bellissima e aristocratica, che incanta con il suo violino, d’estate veste di bianco e d’inverno di verde, può credere nella politica senza rinnegare la vita privata? Sullo sfondo delle vicende storiche italiane e di una Russia ancora come oggi, direbbe la poetessa Anna Achmatova, “ghiotta di sangue fresco”, si svolge tra vero e verosimile il romanzo di Antonio e Giulia, vincitore nel 2013 del Premio Internazionale “Scrivere per amore. Città di Verona”. Loredana Lipperini, direttrice della giuria, ha scritto la motivazione: “La vita privata di Giulia Schucht è l’esempio di come si possa narrare la forza e la complessità del legame tra due persone senza cedere a concessioni facili e con linguaggio di pregio”.Per Walter Veltroni su Panorama: “Non cercate sguardi dal buco della serratura, ma ci sono il sangue e la carne della Storia. E non è poco.”Per Elisabetta Rasy sul Sole 24Ore: “ Giulia Schucht sembra appena uscita da una pièce di Cechov. ”