Se pensiamo che il mondo è retto dall’amore, agiamo in suo nome; e siccome a ogni pensiero segue un’azione, diventiamo ciò che pensiamo. L’amore è musica, è passione “Amori amanti… inafferrabili, senza abbandoni/che vanno oltre il sogno, le case, le cose”, è colore, è armonia, è rinuncia, libertà; è rispetto, è solidarietà “Lungo sterili scie di mari verdi/voi, viandanti per sempre, vi lasciate/sospingere così tra vento e sale/- senza rimpianti senza mai voltarvi -/nell’abbagliante sfarfallio di dolci/lusinghe e avide sfide senza tregue,/nell’umile sapore del sentirsi” è saper ascoltare senza giudicare, è comunicare senza parole, è un sorriso, è una carezza. L’amore è nelle piccole cose, nei piccoli gesti, nella vita semplice, nel mormorio del vento, nel profumo di una rosa, nei colori dell’arcobaleno; è nel mattino levigato dall’alba. Saper riconoscere queste piccole grandi cose, queste meraviglie, che sembrano tutte scontate, è un dono di cui il mondo oggi ha bisogno più che mai. Perché ci stiamo facendo sopraffare dalla fretta, dal culto dell’apparire, dal materialismo. L’anima dell’uomo si è indurita e noi non sappiamo più chi siamo. Nel nostro cuore non penetra più la luce che ci fa distinguere il bene dal male. “i sentimenti/che scorrono atterriti, disattenti,/lungo il sentiero senza suono, solo/con passi lievi inesistenti. Quasi/come un nonnulla.”
Come sono grandi gli uomini quando riescono ad essere semplicemente uomini e bimbi! Dobbiamo ritrovare la luce. La luce è l’unico tesoro che abbiamo; è l’energia che muove i nostri passi, è la possibilità di riconoscere chi ci sta vicino. Dobbiamo fermarci per riflettere, per non cadere. Basta solo perseverare nell’intento per poi godere della serenità, del giustapporre, nel piacere della sosta. Solo così si può affrontare qualsiasi tempesta, si può recuperare quell’umanità che è in noi e che oggi abbiamo smarrito tra l’indifferenza e il delirio di onnipotenza.“E queste mani sempre ancora vive,/eppure morte, alla ricerca cupa/di un senso, del tuo amor desiderato,/forse. O della perduta giovinezza./E che serbano ancora sensazioni/fantasticate intatte di infinito.”/