“Con gli occhi di Cuba” – Antonello Andreani

“Con gli occhi di Cuba” – Antonello Andreani

“Con gli occhi di Cuba” di Antonello Andreani
15 €

Sinossi

Cuba: il pensiero triste che si balla. Ma non è una tristezza opaca, o lo spleen europeo, ne’la saudade, o l’umor nero, è un pensiero sentimentale, torrido, caraibico, un’atmosfera che ti avvolge appena metti piede a l’Habana Vieja. È il senso vertiginoso delle origini che ti avvolge, ti attrae, ti muove il cuore, ti scioglie le gambe. Un’ aria calda, umida, salmastra lungo il Malecon come fossimo giunti alla sorgente dell’umanità. È questo che trasuda dalle foto di Antonello Andreani: occhi, facce, mani, corpi, gente viva che si fa toccare, si fa guardare e ti guarda, fissa gli occhi in camera, dritti al cuore. Una umanità scoperta, senza menzogna, senza vergogna, fiera e ironica. Non c’è ancora il mondo virtuale e rarefatto delle metropoli, persone vaganti senza corpo, che non ti guardano, hanno seppellito la curiosità, gli odori, le passioni. Qui, nelle foto di Antonello, e in questa realtà densa e gremita, la gente è viva, plastica, elettrizzata. Vivono “en la calle”, si raggruppano nei locali, passeggiano, si baciano, si toccano, ti sorridono, ti parlano. Sono stata varie volte a Cuba per godermi il Festival del Cinema Latinoamericano, per conto del mio giornale “La Repubblica”, ed è sempre stata una gioia degli occhi, per le pellicole e per la gente. All’Avana c’è l’ICAIC la Scuola di Cinema più importante dell’Amerindia che ha avuto come “tutori” Gabo, il Garcia Marquez dei tempi migliori, e il grande argentino-indio Fernando Birri con la sua scuola del “cosmunismo”. Al Festival partecipano anche i meravigliosi illustratori cubani, figli dei quella grafica che ha succhiato realismo socialista e realismo magico fin dall’infanzia, e i loro manifesti ne sono lo splendido risultato. L’altra istituzione che conoscevo, ma ora non ne so più niente perché non vado a Cuba dal 1997, è la “Casa de las Amèricas”, un laboratorio culturale guidato da Retamar, uno dei più importanti poeti mesoamericani.

 

Ma la sorpresa più bella, visitando Cuba, è conoscere le campagne, esplorare la Sierra, andare a Barracoa, vivere una giornata con i contadini, ballare nelle loro feste, partecipare discretamente alla Santeria. L’unico consiglio che mi sento di dare, è quello di evitare le rotte del turismo banale, dei predatori di vita che piombano come avvoltoi su una realtà senza il desiderio di conoscerla ma solo con la volontà di utilizzarla; è la semplice regola del viaggiatore curioso: quella di vivere da cubani. È proprio il percorso di Antonello Andreani, che ha scelto la rotta della verità, a volte scomoda e dolorosa, che se n’è andato per Cuba con la sua macchina fotografica alla ricerca della vita autentica, per regalarci immagini che avevamo dimenticato, quando l’Italia era ancora densa di umanità.

“Danza e Rinascimento. Cultura coreica e “buone maniere” nella società di corte del XV secolo” – Alessandro Pontremoli

“Danza e Rinascimento. Cultura coreica e “buone maniere” nella società di corte del XV secolo” – Alessandro Pontremoli

“Danza e Rinascimento. Cultura coreica e “buone maniere” nella società di corte del XV secolo” di Alessandro Pontremoli
21 €

Sinossi

Nel corso del Quattrocento, la corte, complice la cultura umanistica, elabora una nuova forma del vivere e un gusto raffinato in tutte le arti. Accanto allo studio della retorica e della grammatica latina, l’aristocrazia pratica la musica e la danza. I nobili imparano la civiltà e le buone maniere per divenire uomini di potere e colti mecenati. All’interno dei vari momenti della festa rinascimentale e della vita di palazzo, la danza costituisce uno dei modi di espressione della cultura della corte, grazie alle funzioni di intrattenimento sociale e di forma spettacolare. L’affermarsi della figura di un maestro, nel contempo un teorico e un pratico del ballo, e l’introduzione del trattato di danza fanno sì che il ballare assurga al rango di vera e propria arte, diventando così una componente indispensabile della formazione dei prìncipi e degli aristocratici e un requisito fondamentale del cortigiano. Questo studio si propone di indagare processi di memorizzazione di corpi in azione, analizzare e studiare testi, manufatti e monumenti come traccia di una rete di condizioni, ricostruire le relazioni che qualificano la percezione e la presenza di azioni simboliche in un contesto.

Autore

Alessandro Pontremoli insegna Storia della danza all’Università degli Studi di Torino. Si occupa delle forme e delle estetiche coreiche, in particolare dei secoli dal XV al XVIII e della contemporaneità. Membro della Commissione consultiva per la danza del Ministero dei beni e delle attività culturali, è stato presidente dell’Associazione italiana per la ricerca sulla danza dal 2004 al 2010. Fra i suoi volumi ricordiamo: Intermedio spettacolare e danza teatrale a Milano fra Cinque e Seicento (1999); Storia della danza dal Medioevo ai giorni nostri (2002); La danza. Storia, teoria, estetica nel Novecento (2004); Danza e Rinascimento (2011, premio Pirandello per la saggistica edizione 2013-2014); La danza nelle corti di antico regime (2012); Elementi di teatro educativo, sociale e di comunità (2015).