“L’arte del movimento” – Rudolf Laban
Sinossi
“La sorprendente struttura del corpo umano con le sue incredibili possibilità d’azione rappresenta uno dei maggiori miracoli dell’esistenza. Ogni fase del movimento, ogni minimo trasferimento di peso, ogni singolo gesto di qualsiasi parte del corpo rivela un aspetto della nostra vita interiore. Ogni movimento ha origine da una sollecitazione interna, causata da una impressione sensoriale immediata o da una complicata catena di impressioni sensoriali già esperite e fissate nella memoria. Questa stimolazione dà luogo a un volontario o involontario sforzo interiore o impulso al movimento.”
“La varietà dei caratteri umani dipende dall’enorme numero di atteggiamenti possibili verso i fattori di movimento [peso, spazio, tempo, flusso] […] questi atteggiamenti interiori abituali costituiscono gli indizi basilari di ciò che chiamiamo carattere e temperamento.
“La rappresentazione attraverso il movimento è una sintesi, ossia il processo unificante che culmina nella comprensione della personalità nel sempre mutevole flusso della vita.”
Su questa visione complessiva e su una serie essenziale di principi di base, Laban sviluppa la sua teoria globale del movimento ed indica la via attiva per raggiungerne la padronanza sulla scena e nella vita attraverso un centinaio di esercizi pratici.
“Il movimento ha una qualità che non è il suo aspetto utilitaristico o visibile, ma la sua sensazione. Si devono FARE i movimenti, così come si devono ascoltare i suoni, per apprezzare pienamente il loro potere e il loro significato.”
Autore
L’ungherese Rudolf Laban (1879-1958), danzatore, coreografo e maestro, è stato il padre della danza moderna europea. Intellettuale e ricercatore, ha operato tra Germania e Inghilterra, sviluppando una delle più complete teorie del movimento umano legato all’espressione ed elaborando un metodo onnicomprensivo di notazione, oggi comunemente noto come Labanotation. La sua analisi del movimento umano, degli elementi fisici che lo compongono e degli impulsi interiori che lo generano, ha avuto applicazioni, oltre che in ambito teatrale, professionale e non, in campo educativo, terapeutico e nel lavoro industriale ed è oggi alla base del lavoro di migliaia di artisti e operatori nel mondo. Oltre a The Mastery of Movement [on the Stage] (1950), la sua opera più globale, qui tradotta, si ricordano tra i suoi scritti Die Welt des Tänzers (1920), Modern Educational Dance (1948), Principles of Dance and Movement Notation (1956) e il postumo Choreutics (1966).